martedì 28 novembre 2006

Capitalismo e Musica

Le case discografiche si appropriano di una forma d'arte come la musica modellandola per renderla accessibile al pubblico intero che è già stato educato dai mass-media ad un certo tipo di ascolto immediato e di facile comprensione.La produzione discografica è niente meno che una produzione capilastica in cui la musica diviene un prodotto da consumare nel breve periodo (in modo da esserne stufi dopo poco) e quindi riciclata con altra.L'individuo musicista per poter mostrare le proprie creazioni deve scendere ad un compromesso con il produttore che trasformerà la sua arte in prodotto.Se negli anni 70 la musica era un valore a se', un bene prezioso che non aveva un valore di scambio, se non il costo di un vinile o di un concerto; ora la musica, avendo un prezzo, è un oggetto da consumarsi preferibilmente entro una data scadenza.Il proprietario di una canzone non è il musicista, di colui che la crea, che la dipinge, ma di colui che la produce ed è in ciò che la casa discografica si appropria di un arte.
Charlie Sheet

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